Come il Covid ha velocizzato la digitalizzazione?
Digital Transfomation: se prima della pandemia da Covid-19 queste parole potevano essere invettive lanciate da qualsiasi azienda si volesse sentire al passo coi tempi, ma in realtà incapace di prevedere una vera e propria digitalizzazione fattuale, oggi il go digital è una vera e propria necessità che è entrata a far parte della quotidinità delle aziende di tutta Italia (oltre che di tutto il mondo) complice quel vero e proprio cambiamento epocale che è stato portato dal Coronavirus.
Sì, perché se prima il mercato poteva ancora contare su un sistema “di territorio”, con reti di business fortemente legate non solo al word of mouth ma anche alla negoziazione di persona, oggi tutte le azioni, da quelle di lavoro a quelle personali, si sono spostate sulla rete, permettendo un vero e proprio allargamento di confini e, allo stesso tempo, una contrazione totale del tempo, con il risultato che è possibile avere tutto e subito potendo contare su un pc e una connessione a Internet.

I numeri della digitalizzazione prima e durante il Covid
A dirlo sono i numeri. Già prima della pandemia, infatti, secondo le ricerche della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia uno strumento quale l’eCommerce, nel 2019, nonostante abbia rappresentato ancora una piccola parte degli acquisti complessivi (7,3% del totale), ha generato infatti il 65% della crescita Retail complessiva (online + offline).
Un discorso di questo tipo vale anche per il B2B, durante la pandemia: secondo l’Osservatorio Digital B2B, il 49% delle imprese italiane ha dichiarato che la pandemia ha dato un forte impulso all’attivazione di progetti di digitalizzazione dei loro processi B2B, soprattutto, per il 24% di esse, nell’ambito dell’integrazione e della collaborazione di filiera. Tra queste, gli interessi si sono concentrati attorno a strumenti per la gestione della firma digitale (33% delle imprese), per la digitalizzazione dei processi interni (30%), per la conservazione dei documenti (26%) e per la digitalizzazione del processo di pagamento (20%). Poco percepita, invece, l’esigenza verso l’introduzione di strumenti di Supply Chain Finance per la gestione del credito di filiera (11%) e di supporto al processo d’acquisto (11%), che richiedono una revisione importante di diverse attività aziendali prima di poter essere introdotti con successo.
Perché vale la pena di puntare alla digitalizzazione delle imprese
I motivi sono infiniti ma sono tutti accomunati da un unico, imprescindibile obiettivo: quello di snellire tutto, processi, tempi, workflow, costi. La digitalizzazione, presa a qualsiasi “grado”, infatti, consente da una parte di limitare i dispendi (di tempo ma anche di denaro) migliorando la produttività e aumentando, così, la redditività. Elementi come l’IA, l’IoT e molto altro ancora, infatti, forniscono un valido alleato nella gestione quotidiana del lavoro e permettono allo stesso tempo di tracciare qualsiasi tipo di attività al fine di avere sempre sotto controllo dati e numenri, prevedendo i trend e controllando di raggiungere i KPI nei tempi stabiliti (o, qualora questo non fosse possibile, di prevedere una strategia alternativa per porre rimedio, per tempo, a eventuali errori che potrebbero risultare fatali).
Ecco perché puntare alla digitalizzazione non è solo, oggi, un’opportunità, ma è soprattutto un dovere per tutte quelle aziende che vogliono davvero avere un futuro nel mercato, battendo la concorrenza con un vantaggio operativo che non ha eguali in nessuna altra dimensione al mondo.
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